Appena giunto a San Friggione Serafino prese la concessione dello spaccio di generi alimentari del paese.
Anche Giobatta, che a novantanove anni era rimasto vedovo, tornò a San Friggione, dove visse ancora per un po’ di tempo.
A centotre anni e dodici giorni esatti Neste morì, cadendo dal balcone della camera da letto di una giovane donna del paese,
il cui marito era rincasato in anticipo.
Lo zio Strobonian-Steek se ne andò cinque anni dopo, nell’autunno del 1932, a soli ottantotto anni, ucciso per gelosia da una donna
di Chapaqwai.
Ma il nome di Steek Hutzee si può ancora leggere a lettere cubitali in Arkansas dove, all’ingresso della città di Chapaqwai, campeggia
sulla facciata della "Steek Hutzee University", costruita grazie alla somma lasciata da Strobonian al comune per l’edificazione
dell’Università che venne inaugurata nel 1929 da Steek in persona, il quale ricoprì la carica di rettore ad honorem fino
alla sua prematura scomparsa.
Della gestione della Steek Hutzee University se ne cura la Steek Hutzee Foundation la quale, da quasi ottant’anni,
vigila sul rispetto dello statuto costitutivo dell’Università che con gli anni si è molto ampliata diventando una tra le più ambite di tutti
gli Stati Uniti.
La particolarità di questa università deriva dal fatto che al suo interno non sono ammessi studenti di razza completamente bianca.
Questo "divieto razzista all’incontrario" fu voluto da Steek come suo personale atto di ribellione al razzismo ancora esistente a tutt’oggi,
erede di quell’apartheid che nel sud degli stati uniti rimase di fatto fino agli anni sessanta, e che impedì di frequentare una qualsiasi
università americana anche al giovane Steek, che fu rifiutato dalle università di Clarksville, Fayetteville, Little Rock e Arkadelphia.
Al centro del grande parco che circonda l’Università non si può non notare il grande monumento in bronzo dedicato a un giovane Steek ritratto
seduto su una panchina, intento a leggere un quotidiano, con un piccolo cucciolo di cinghiale che gli dorme sulle gambe.
Sulla riproduzione della copia del Chapaqwai’s Tribune, la riproduzione del giornale che la statua di Steek sta tenendo tra le mani,
si può chiaramente leggere il grande titolo che campeggia in prima pagina: "Di bianco non mi piace nemmeno il vino!"
Un chiaro riferimento a un uomo che possiamo definire un "razzista all’opposto", uno che col padre e con lo zio passò la vita a stemperare
il bianco della pelle dei razzisti colorandolo di un color blu livido di cazzotto.
L’ennesimo e forse il più grande sberleffo di Steek al razzismo è stata sicuramente l’erogazione della "bastard’s scholarship"
la borsa di studio ideata da Steek che ogni anno viene concessa ad una matricola non per meriti scolastici ma per "titoli genetici".
La bastard’s scholarship è una borsa di studio della durata di quattro anni che viene assegnata allo studente o alla studentessa del primo anno
che dimostri di avere un antenato di razza bianca il più lontano possibile e di essere il frutto della commistione di più "incroci" di razze immaginabili.
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