Serafino, oltre all’emporio, aveva due altre passioni: Emma, che era diventata l’ombra dello zio Steek e lo seguiva ovunque fedele
più di un cane da guardia e la lingua italiana, la lingua dei suoi avi, che egli a dieci anni già parlava perfettamente avendola
studiata in privato su una miriade di libri compreso il libro "Cuore", il capolavoro di Edmondo De Amicis, che il nonno Monaldo
gli spedì dall’Italia fresco di stampa e che egli lesse avidamente non si sa quante volte.
Pochi anni dopo Serafino fece il primo dei numerosi viaggi in Italia della sua vita.
E fu durante uno di questi avventurosi viaggi, in quell’Italia che era stata unita da poco, che Serafino, imbattendosi in un gruppo di ragazzi
romani, sentì per la prima volta l’esclamazione "Sti cazzi!" restando preda di una grande illuminazione.
Quella non era solo una semplice esclamazione ma il nome di suo zio!
E Sticazzi pronunciato senza soluzione di continuità era l’esatta pronuncia in americano di Steek Hutzee tutt’attaccato!
E ogni volta che da allora in poi Serafino udì questa esclamazione gli sembrò che chi la stava pronunciando stesse chiamando il suo vecchio zio Steek.
E, da allora in poi, non gli fu facile non girarsi in attesa di veder spuntare da qualche parte lo zio Strobonian-Steek con al suo fianco
l’inseparabile "guardia del corpo" Emma detta Pea.
In un successivo viaggio in Italia Serafino apprese che la parola "Sti cazzi" aveva diversi significati,
a seconda della zona geografica dove veniva pronunciata.
"Sti cazzi" certamente era un’esclamazione nata a Roma, dove significava principalmente "Chissenefrega!".
Per esempio, Tizio diceva a Caio: "Lo sai che hanno aumentato le tasse?" E Caio, a cui non fregava nulla dell’argomento, gli rispondeva:
"E Sti cazzi?!" Ma quella esclamazione tanto famigliare a Serafino stava a significare anche "Figurati!" "Nemmeno per sogno!" "Vedi di andare a..."
Tizio chiedeva un favore a Caio, oppure qualcosa in prestito, e Caio non voleva concederglielo? "Sti cazzi!" era la risposta.
"Mi presti il tuo cavallo?" "Sti cazzi!" Ma al Nord la parola assumeva il significato di un’esclamazione di stupore o di sconcerto,
diventando il sinonimo di "accipicchia!" o "perdindirindina!", o del romano "mei cojoni!".
Serafino, che già sul finire dell’Ottocento presagiva lo strapotere che avrebbe avuto negli anni a venire la lingua inglese nel mondo,
capì che il nome dello zio avrebbe potuto diventare un marchio apprezzato in Italia, per via anche di quel simpatico doppio senso-gioco
di parole che trasmetteva.
E così pensò di esportare anche in Italia il commercio dei capi di abbigliamento Steek Hutzee che lo zio aveva timidamente iniziato nei territori dell’Arkansas.
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