E Neste, oltre a dialogare perfettamente con gli equini, nonostante il suo peso esagerato, cavalcava anche molto bene,
al punto che il nome di Giobatta Mangini risulta tra quei pochi cavalleggeri che, nel settembre del 1845, capitanati da Giuseppe Garibaldi,
conquistarono la cittadina argentina di Gualeguaychù.
Da quella data è certo che Neste, per diversi anni, cavalcò al fianco di Garibaldi, diventandone uno dei suoi più fidi luogotenenti.
Alcuni cronisti dell’epoca fanno un po’ di confusione tra il nome vero di Neste ed il soprannome, indicandolo erroneamente nelle cronache
dell’epoca come il luogotenente Giovan Battista Nesti.
Giobatta, in tarda età, raccontò poi ai nipoti di essere andato a combattere in Uruguay al fianco di Garibaldi non tanto perché
mosso dalla voglia di aiutare il popolo uruguaiano a liberarsi dall’oppressore argentino, quanto piuttosto per via della particolare attrazione
che egli aveva sempre provato per le donne latinoamericane.
Nel giugno del 1848 Giobatta con Garibaldi sbarca a Nizza e da lì il piccolo esercito si reca nel varesotto a
fare quattro chiacchiere con gli austriaci.
In quella occasione la spinta che convince Neste a bastonare un po’ i crucchi non è tanto dettata da motivi patriottici,
quanto il fatto del suo sentirsi particolarmente attratto dalle donne lombarde.
Inseguito dagli austriaci Neste ripara in Svizzera dove, qualche metro dopo la frontiera, scopre di avere una particolare
attrazione per le donne elvetiche.
Nel febbraio del ’49 lo troviamo, sempre al fianco di Garibaldi, a Roma, dove di giorno bastona i francesi e di notte
socializza con le romane, verso le quali nutre un’attrazione molto ma molto particolare.
A luglio i garibaldini fuggono da Roma e le strade di Garibaldi e Neste si dividono:
il primo scappa verso San Marino, il secondo verso la Liguria.
Ma il ritorno di Neste alla terra natìa non è dettato dalla nostalgìa del suo paese, quanto piuttosto dal desiderio
irrefrenabile di rivedere le donne liguri, che ho hanno sempre particolarmente attratto.
Appena giunto a Genova Giobatta si arruolò nei carabinieri reali.
In un paio di casi si distinse in atti di coraggio. Catturò, a volte anche da solo, pericolosi briganti che imperversavano
nelle campagne e, in due occasioni, ricevette anche le lodi del suo comandante.
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